Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l’impressione che niente finisca mai veramente. Io vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono pieno di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi. Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati.
Il fatto è che la realtà smozzica. Si esprime per frasi incomplete. E le traduzioni che circolano sono fatte coi piedi. Piene di sviste, refusi, imprecisioni, intere righe mancanti. Senza un minimo di professionalità, e soprattutto di buona fede.
È appunto così che sono abituato a spiegare le cose che mi capitano. Faccio traduzioni imperfette per tirare a campare finché, una bella mattina, la realtà non la incontro per strada, disinvolta e discreta, mai volgare, e rimango impalato a guardarla mentre mi passa davanti e si allantana senza degnarmi di un’occhiata.
Mi debilitano, i faccia a faccia con me stesso. Specie quando ha ragione quell’altro.
Ecco come sono fatto io. Un vero jazzista della complicazione. Datemi una situazione già compromessa, e vedete che assoli che faccio.
Diego De Silva, Non avevo capito niente
liveeread ha detto:
Mi manca Malinconico …
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giornienuvole ha detto:
Anche a me… Nell’attesa del prossimo romanzo, ho comprato “Giochi criminali”, un’antologia di Stile Libero (Einaudi) che comprende anche un nuovo racconto di Malinconico. Oltre a Diego De Silva, gli scrittori presenti sono Maurizio De Giovanni, Carlo Lucarelli e Giancarlo De Cataldo… perciò, direi che promette bene. Ti farò sapere 😉
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